giovedì 26 luglio 2012

LE MATTINE CHE FURONO, CHE RIMANEVANO, CHE SAREBBERO STATE

Ripensando.
Ripensando a quando rientrò al lavoro dalla maternità di Camilla.
Ripensando a come fosse dura, ogni mattina, alzarsi nella casa assopita, andare in punta di piedi fino al lettino della sua cucciola, odorarla, adorarla, prenderla addormentata per portarla dai suoi suoceri.
Ripensando ai pensieri che le frullavano per la testa: "...chissà quante cose oggi perderò di lei....quante cose imparerà a fare che non potrò insegnarle io....quanti sorrisi non vedrò..."
Quando la cucciola era malata, andare a lavorare con il nodo in gola perchè "sei già stata a casa tanto in maternità, non puoi startene ancora a casa.....chissà se vorrà l'abbraccio della sua mamma, chissà se avranno tutte le attenzioni e la cura che avrei io per lei..."

Poi rimase di nuovo incinta ed era a casa; a casa, per recuperare tutto il tempo che aveva perso della "grande" e per prepararsi ad accogliere il piccolo.

Dopo il rodaggio iniziale, le mattine tutte uguali, perfette, speciali.
Avere per lei i primi sorrisi dei bimbi appena usciti dal torpore del sonno, buttarsi tutti sul lettone a coccolarsi, sbaciucchiarsi, mescolarsi, mordicchiarsi.
Vestirsi, prepararsi tutti insieme fra urla, pianti, capricci, risa, scherzi, solletichi.
Cantare a squarciagola le canzoni, in auto, mentre si va alla materna, ripetendosi tutti i giochi e le cose da fare assieme il pomeriggio.
Fermarsi al bar con facce amiche per darsi il buongiorno, quattro chiacchiere e quattro risate.
E poi...spesa, pulizie, camminate....3 ore da dedicare solo a Fabio...avere il mondo in pugno per potere godere del proprio tempo in qualsiasi modo si voglia.

Da lì a poco, tutto questo sarebbe finito.

Da lì a poco sarebbe raddoppiato lo strazio perchè i bimbi  da lasciare erano due e si sarebbe persa il doppio delle coccole, dei baci, dei progressi.

Ma questa è la vita e bisogna andare avanti; per ora andava avanti non volendo ripensare alle mattine che furono, concentrandosi sulle mattine che le rimanevano e non volendo neanche immaginare le mattine che sarebbero state..


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