giovedì 10 maggio 2012

LA NONNA F.

La vide al parco, da lontano, ma la riconobbe subito.
Si avvicinò, aveva qualche capello grigio nella chioma corvina, qualche ruga in più, ma stesso chignon, trucco vistoso, bigiotteria massiccia di sempre; soprattutto lo stesso sguardo austero.
Poi vide che si girò mentre le veniva incontro un bimbo biondo, ricciolone, faccia da furbetto.
Lei lo prese in braccio gli scocchiò un bacio sulla guancia, lo mise giù e si mise a rotolare nell'erba con lui.

LEI, la professoressa F., il terrore della 2°B, la severità e la disciplina in persona era lì che ruzzolava nell'erba con quello che doveva essere il suo nipotino .

Mentre continuava a guardarla si mise a spingere la figlia sull'altalena; si avvicinò anche la professoressa F.e accomodò il bimbo riccioluto per dondolarlo: alla prima ventata sentì il suo profumo.
Diciotto anni prima quel profumo arrivava nella 2°B quando la F. era ancora sulle scale; per loro significava: in piedi, in silenzio, composti, sta arrivando.

Per il bambino biondo riccioluto quel profumo avrebbe significato: profumo di buono, di sicurezza, di coccole, di rifugio, profumo di nonna.

Quante notti insonni prima delle verifiche della professoressa F.
Lei non parlava neanche, le bastava uno sguardo per zittire una classe, le bastava un dito che scorresse sul registro per fare diventare piccoli, piccoli venti scolari, le bastava un cenno della testa per fare spostare banchi, aprire o chiudere porte o finestre.
Lei non sorrideva, non annuiva, non incitava, poneva domande e scriveva il voto sul registro, impassibile.

Ed ora era lì davanti, che si faceva tirare il naso da un nanetto biondo, con gli occhi che le scintillavano e la bocca paralizzata in un sorriso permanente.

Il suo nipotino non avrebbe mai saputo che quella nonna così affettuosa e giocherellona era stata l'incubo, la causa di pianti e punizioni, di mal di pancia per non andare a scuola di intere generazioni.Suo nipote non lo sapeva e non l'avrebbe mai saputo ed era giusto così.

Era strano pensare che la  F avesse una vita al di fuori di tutta quella professionalità scolastica, ma guardandola bene era proprio bella la professoressa F. mentre faceva la nonna e quando avrebbe ripensato a lei, avrebbe ripensato alla nonna spettinata, sorridente e scomposta che giocava con il suo angioletto biondo  al parco.

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